di Riccardo Masini /
Civitella del Tronto.
E qui si chiama in campo la nostra memoria nazionale, partendo da quel Risorgimento in cui Stati della nostra penisola talvolta combatterono fianco a fianco, talvolta gli uni contro gli altri, talvolta contro i loro stessi cittadini insorti.
Ecco dove si inserisce la storia di questa fortezza abbandonata e per molto tempo dimenticata, l’ultima roccaforte, quella più a Nord, del Regno Borbonico.
Un Regno che si arrende il 13 febbraio 1861, la cui fortezza di Messina cade il 12 marzo… ma in cui Civitella resisterà all’assedio “piemontese” (peraltro condotto da un ex ufficiale borbonico) fino al 20 marzo, tre giorni dopo la proclamazione del Regno d’Italia.
Visita molto interessante, struttura in rifacimento che dovrebbe però migliorare l’accessibilità, buona catalogazione dei pezzi ivi conservati anche se ovviamente con un’esposizione da rivedere in chiave più moderna, panorama semplicemente mozzafiato.
E dopo ci si concede con piacere uno Spezzatino alla Franceschiello, così chiamato in onore di quello sfortunato Re che un giorno venne a visitare Civitella quasi di sorpresa, obbligandone il cuoco a preparare quanto di meglio avesse per il suo sovrano: un semplice spezzatino d’agnello, arricchito però con le ottime olive del posto e quella conserva “alla giardiniera” che Re Francesco amava tanto.
Una storia un po’ triste e che merita tutto il dovuto rispetto, sereno e lontano da ogni tentazione revanscistica (e lo dico partendo da personali posizioni fortemente risorgimentali).
Giochi consigliati: oltre al vecchio I Mille della Clementoni e al Volturno di Sergio Schiavi in fase di lavorazione, me ne vengono pochi in mente sulla caduta del Regno di Borbone. Almeno, di quelli pubblicati finora…
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