di Riccardo Masini /
Guardate l’inizio di questa serie per ragazzi, popolarissima negli Stati Uniti dell’epoca, ambientata durante la Guerra d’indipendenza americana. Siamo nel 1959 e chi la introduce è nientemeno che Walt Disney in persona. Sì, quello di Topolino, che all’epoca utilizzò questo programma anche per promuovere l’area Frontierland dei suoi parchi divertimenti (dite quel che volete sulla persona, ma come imprenditore sulla comunicazione era avanti di decenni).
Guardate come spiega la situazione strategica del conflitto nel 1780, con estrema chiarezza e con una bella mappa. Non vi ricorda qualcosa quella mappa? Bravi, pare quella di un wargame, o almeno a chi pratica il gioco storico ricorda innumerevoli titoli sull’argomento (uno l’ho preso all’asta anche nei recentissimi Wargames Days: Give Me Liberty! di Rob Markham, edito dalla 3W).
Guardate la naturalezza di quel discorso, l’uso semplice e diretto di terminologie militari come “linea del fronte”, “colonne di rifornimento”, “esercito in procinto di disgregarsi”… Certo, la memoria della Seconda guerra mondiale era ancora fresca, come quella della Guerra di Corea… ma tenete conto che il target della serie andava più o meno dai 10-12 anni in su (e, tragicamente, alcuni degli spettatori della serie finiranno in Vietnam, una guerra non troppo dissimile dal punto di vista puramente analitico…). E che la serie stessa era pensata per la massima diffusione nei confronti del pubblico più numeroso possibile.
Fate due più due. Pensiamo ancora che il wargame sia nato come hobby di nicchia? O, peggio, che lo debba restare?
Chiedetelo a quei ragazzini dodicenni, che oggi sono i nostri padri o in alcuni casi i nostri nonni. Quelli che ricevevano Afrika Korps o D-Day per Natale se avevano portato a casa bei voti da scuola. E che non si sarebbero persi una puntata della “Volpe delle Paludi” per nulla al mondo.
Le risposte potrebbero sorprendervi.
(Come vi sorprenderà il nome dell’attore protagonista della serie: Leslie Nielsen. Quel Leslie Nielsen, immenso e perfetto come sempre. Eh sì, più la guardo e più mi pare di vedere il Tenente Drebin nel 1780…)
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