di Andrea Angiolino /
Sul benemerito mensile in edicola Storia e Modellismo apparvero diversi regolamenti di wargame strutturati, in più puntate. Uno era Sten: Regolamento tattico della seconda guerra mondiale del giovanissimo Gregory Alegi e di Giancarlo Coccioli. Un altro era Posto di combattimento del professor Alberto Santoni, storico navale di grande fama che negli stessi anni si guadagnava la copertina di Storia Illustrata (ancora ne conservo quel numero) con le sue ricerche sulla macchina Enigma, che smentiva l’idea di un traditore in Supermarina: non era grazie a una spia che gli inglesi sapevano tutti i movimenti della nostra flotta, ma al fatto che decrittavano i nostri messaggi. E Santoni a fine anni ’70 fu il primo a dirlo.
Io ho giocato Posto di combattimento molte volte, sul lungo tavolo da pranzo della nonna, con modellini waterline dell’Airfix e della Revell in scala 1:1200 e aerei autocostruiti, nonché un randomizzatore che in epoca antecendente ai dadi poliedrici era perfettamente compatibile con l’italica cultura del gioco. Posto di combattimento usava infatti due mazzi di normali carte da ramino.
Poi negli anni ’90, su idea e stimolo dello stesso Gregory, ho potuto contattare lo stesso Santoni e ripubblicare Posto di combattimento in un agile libretto, nella collana I Giochi del Duemila, grazie al lavoro di grafica e compressione compiuto con Dario Calì.
Per chi è curioso, forse in giro si trova ancora di seconda mano.
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