di Saverio Sica /

Battaglia di Stalingrado – 1942
La Fanteria e le Divisioni Corazzate di Panzer tedeschi si allineano all’orizzonte… sorgono ad ovest; le grandi bocche di fuoco cingolate e gli uomini ferrei e dal tiro preciso del Führer si trovano davanti l’ultimo baluardo di difesa rossa: bunker armati e ben difesi, fanteria raccolta tra gli operai delle fabbriche, che tentano di sfornare carri armati disperatamente, al suono lento di un unico pezzo di contraerea, unica utilizzabile come artiglieria, contro le batterie folgoranti tedesche, che, invece, suonano come veloci tamburelli. Obiettivo è prendere quelle maledette fabbriche bolsceviche!
I crucchi non si fanno tanti problemi, spavaldi e imperterriti, fanno volare a destra e manca i due stormi Luftwaffe, assiepati nella base aerea: i rossi riescono soltanto a pregare, ogni tiro di dado… un macigno dal cielo, uno dopo l’altro: saltano in aria i primi bunker e, al primo tuono, il pezzo di contraerea.
Disperati e impauriti i russi si fanno coraggio, puntando il tutto per tutto sulle proprie unità irregolari scelte e sulle compagnie anticarro, che si piazzano in punti strategici, agganciano il nemico e fanno saltare i carri dell’avanguardia, appena escono allo scoperto. Brutta storia per i nazisti; mai lasciar da sola la Fanteria, lontana dai motorizzati: impantanamento in posizione assicurato!
I russi incalzano al centro, provano a far concentrare il nemico in difesa dell’aeroporto, per evitare che sfondi sui fianchi: il sistema funziona… ma lì, lì vicino ai rombi di motori degli aerei, si forma un gruppo di invincibili truppe grigionere, che, davvero, si permette di farsi gioco dei nemici, trucidando tutto ciò che si muove.
Ecco, anche la Fanteria del Battaglione Navale Russo viene disintegrata, proprio nel momento della sua possibile carica a tutta forza contro l’artiglieria nemica (un X2 formidabile a 6 esagoni di distanza!). Allora, la strategia impone un cambio di rotta: i russi armano i fianchi, spingono indietro il fianco destro e tentano di accerchiare gli invasori, mentre a sinistra, fianco sguarnito dai tedeschi, salgono le retrovie arrivando fin sotto il fuoco nemico.
Sembra che tutto procede nel perder tempo, aspettando l’inverno.. ma l’asso è germanico!
Arriva un rinforzo di SIG motorizzato e due battaglioni di Pionieri, che conquistano definitivamente l’altipiano Mamayev Kurgan, che era stato difeso alla baionetta dai russi per evitare che si installasse l’artiglieria nemica.
Fuoco dappertutto… un anticipo del Vietnam: a fuoco i russi e i loro bunker difensivi.
D’improvviso, però, inaspettatamente arrivano i Corazzati Rossi, sfornati or ora dalle fabbriche e scortati da pochi operai armati male. Fanno il loro dovere, prima di attestarsi e fermarsi per costrizione del fuoco dei Pionieri dalla collina.
In questo marasma, siamo a metà dello scontro… ci si ferma per riposarsi e stringersi la mano: si rifarà, stavolta meritato un pareggio tra gli eserciti… ma come sempre: che gran bella storia questa serie: anche in epoca moderna, nell’est Europa del 1942!
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The Historical Game Company
Battle of Stalingrad – 1942

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