di Riccardo Masini /

Confesso di non essere chissà quale consumatore compulsivo di serie televisive, ma anche io come tutti ne seguo alcune. Ovviamente, due sono i generi che più mi interessano, ossia la Storia e la fantascienza, e in entrambi i casi non ho che l’imbarazzo della scelta. Talvolta, però, “seguire una serie” è più facile a dirsi che a farsi: molte fanno parte di universi persistenti esterni alla serie stessa e quindi con continui rimandi ad altri media che non seguo (penso a Star Wars, ma non solo); altre fanno riferimento a periodi storici che ho approfondito poco, oppure possono avere citazioni culturali legate a questo o quell’autore, questa o quella teoria scientifica, o anche a questa o a quella tradizione nazionale; altre ancora sono semplicemente così intricate nella loro trama che il rischio di perdersi può essere molto concreto.
In tutti questi casi, mi vengono in soccorso diversi canali YouTube che “spiegano” ciò che ho appena visto, aiutandomi nella comprensione, evidenziando dettagli che mi sarei perso, magari ispirando le mie aspettative con teorie sugli episodi successivi o anche analisi critiche della loro qualità artistica.
E qualcosa del genere penso proprio stia succedendo anche coi nostri amati giochi.
E’ ormai sempre più comune, anche tra gli appassionati di titoli complessi (anzi, soprattutto tra di loro!), sentire frasi del tipo “Mi sono letto le regole, ora posso guardarmi un video di playthrough per capire un paio di passaggi”, oppure “Date una letta al manuale prima di venire da me stasera, o al limite vedetevi un buon video tutorial”, includendo insomma l’uso di contenuti creati da altri non solo nel momento della scelta di un gioco, ma anche del suo apprendimento. In pratica, i creatori di contenuti diventano quasi delle “fonti secondarie” rispetto ai manuali delle regole, con un processo singolarmente (ma non casualmente) simile a quel che accade nell’ambito delle ricerche storiche dove hai da un lato le fonti dirette e dall’altro quelle indirette per aiutarti a comprendere come sono andati gli avvenimenti… qui, per aiutarti a comprendere come funzionano le regole dei giochi che intendono simulare gli avvenimenti.
E’ chiaro, è chiaro, già sento le obiezioni: i creatori di contenuti rischiano di esercitare un’influenza indebita sulle nostre scelte, di distorcere la nostra percezione dei giochi, magari di diffondere interpretazioni errate delle regole, perfino di svilire l’intera esperienza del gioco storico inducendo comportamenti di tipo esageratamente consumistico. Unboxing, playthrough, tutorial… tutta roba che rischia di essere solo vuota ripetizione, se non addirittura promozione commerciale bella e buona.
Ecco, devo dirvelo, dopo tanti anni che sono un creatore di contenuti (e ancora oggi ringrazio ogni singolo iscritto al mio canale WLOG), posso dirvi che… sì, è tutto vero.
Ma la colpa non è dei creatori di contenuti (almeno, non di quelli onesti che sono la stragrande maggioranza, togliendo dal novero i casi di gente che fa semplice pubblicità senza neanche dirtelo). La colpa è davvero nostra.
Perché alla fine cosa fa un creatore di contenuti? Propone i contenuti che crea, per l’appunto. Ma sta a noi giocatori (e qui passo dall’altra parte della barricata) interpretarli correttamente, usarli al meglio, dargli il giusto peso e includerli in un processo esperienziale del gioco razionale e ponderato. Non è semplice, ma qui è dove nella comunicazione ludica finisce il lavoro del creatore di contenuti e comincia quello del giocatore.
Lo dico sempre nei miei video: guardate che posso sbagliare, non usateli come riferimento nell’interpretazione delle regole, queste sono le mie impressioni personali, vi faccio vedere solo il flusso generale della partita ma poi dovete provarlo da soli per capire se piace o meno a voi, non certo a me. Insomma, io vi parlo di teoria dell’arte, della vita di questo o quel pittore, dell’allestimento di questo o quel museo… ma poi il giudizio finale sulle opere rimane sempre il vostro e solo il vostro.
Inteso in questo senso, attivo e non passivo, l’uso della comunicazione ludica diffusa diventa un sostegno formidabile e francamente irrinunciabile per il gioco storico oggi, e ovviamente non solo per esso. Parliamoci chiaro, senza le decine e decine di creatori di contenuti che magari con mezzi artigianali, magari con video troppo lunghi, magari con qualità audio e video perfezionabili, magari perfino con giudizi fin troppo personali hanno esposto, giudicato, illustrato, giocato e perfino unboxato una marea di titoli, buona parte del wargame e del gioco storico attuale sarebbe molto meno diffuso. La creazione di contenuti ha fornito quel substrato informativo (perfezionabile, certo, ma enorme) che costituisce il primo pilastro della scena ludica storica odierna, con i social media a far circolare tali conoscenze e favoriscono l’aggregazione degli appassionati che ne formano il secondo (e parleremo anche di loro).
Oggi come oggi, in conclusione, la creazione di contenuti è parte integrante e costitutiva dell’esperienza del gioco storico, entra in gioco prima, durante e dopo le nostre partite, sostiene con incredibile forza, capillarità e diversificazione la sua crescita, in alcuni casi addirittura diventando sede di confronto concettuale, occasione di incontro tra autori, strumento di valorizzazione di titoli vecchi e nuovi, opportunità per la nascita di nuovi titoli e saggi tramite collaborazioni a livello globale. Per non parlare delle interviste agli autori, degli approfondimenti, della presentazione di nuove proposte, della divulgazione storica presente nei loro mille canali audio e video…
Sta solo a noi giocatori che siamo destinatari di tale immensa comunicazione, con il nostro utilizzo consapevole di questa massa di informazioni in costante crescita e aggiornamento, con la nostra incessante lotta per mantenerla indipendente e diversificata, con il nostro spirito critico a vagliarla attentamente in ogni suo aspetto, far sì che questa grande forza operi non per lo svuotamento del nostro mondo, bensì per il suo arricchimento.


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