di GiocaconCiuffo /

Premessa: non sarò breve.
Quando è nato o meglio si è accettato il concetto geografico di Europa come lo conosciamo oggi?
Una corrente di pensiero che mi sento di condividere, pone questo momento in un arco preciso di circa quarant’anni arco durante il quale avvengono due eventi chiave che cambiano la percezione del mondo ai contemporanei.
Il primo di questi due eventi è la caduta di Costantinopoli nel 1453. termina con l’ultimo imperatore, non imperatore, l’impero bizantino, o meglio ancora l’impero romano d’oriente (O greco che dir si voglia). Il primo di questi due eventi è la caduta di Costantinopoli nel 1453 termina con l’ultimo imperatore, non imperatore, l’impero bizantino, o meglio ancora l’impero romano d’oriente (o greco che di si voglia), l’ultima vestigia di quello che fu Roma. Una storia di 2200 anni.
Una storia che finisce con una curiosa coincidenza, esattamente come l’ultimo imperatore riconosciuto di Roma fu Romolo “Augustolo”, che portava il nome del fondatore della città, la caduta di Costantinopoli avviene nell’anno 53, esattamente come la fondazione di Roma, tradizionalmente posta al 753 a.C.
Questo evento cambia radicalmente la geografia dell’Europa orientale. Il Mar Nero diventa inaccessibile ai commercianti europei e predominio musulmano in Asia minore fino appunto a Costantinopoli è sancito. Da quel momento era chiaro che l’oriente cristiano finiva a Costantinopoli e i 200 anni seguenti saranno gli Asburgo principalmente a difendere l’Europa centrale dagli attacchi ottomani.
Cosa c’entra tutto questo con Granada?
C’entra come. Perché mentre Costantinopoli cade, e non vi è più nulla di Cristiano al di là del bosforo, in Europa vi è ancora un regno musulmano. Il regno di Granada.
Ombra di quello che fu il califfato, da tempo sulla difensiva contro le spinte dei regni cattolici nella penisola iberica, ma ancora autonomo e con una sua rete di alleanze.
La situazione per il regno di Granada precipita nel giro di pochi decenni: il sultano Mulacen ripudia la moglie per sposare una schiava e la madre del Boabdil incita i figli a ribellarsi al padre. Siamo negli anni 80 del XV secolo, Costantinopoli è caduta da una trentina d’anni neanche e la stabilità del regno e Granada viene improvvisamente minata da una guerra civile. La ribellione ha successo e il Boabdil viene proclamato sultano; tra l’altro alcuni grandi nobili castigliane tentano di sfruttare la situazione per dare un colpo al regno e conquistare le ricche zone di Malaga. La spedizione finisce in disastro e il Boabdil annienta l’esercito cristiano.
È l’ultimo colpo di coda del regno di Granada.
Di lì a poco il sultano verrà sconfitto in battaglia, pare per colpa di un tradimento o di una spia a seconda delle fonti, e cade nelle mani del regno di Castiglia mentre il padre torna al potere.
La situazione peggiora ulteriormente quando il fratello del padre (zio del Boabdil) usurpa il trono. Tanto che il sultano decide di mettersi al servizio di Ferdinando di Aragona e per riottenere il trono lascia che Malaga finalmente cada in mani cattoliche.
Ripreso il potere a Granada, lo zio fugge ad armeria, tenta di fare lo stesso gioco fatto dal nipote con Ferdinando, ma intuendo che la situazione per il regno di Granada stava precipitando rapidamente, preferisce vendere i suoi possedimenti e titoli in Spagna per una somma astronomica e vivere un esilio dorato nel Maghreb.
Sempre in bilico tra la tragedia e la farsa, l’unica speranza per il sultano è cercare aiuto tra gli antichi nemici della dinastia nello stesso Maghreb, ma con scarsi risultati essendo un’epoca di decadenza per quella zona del mondo arabo. (Qui stiamo parlando di arabi e Maghreb in modo non sempre corretto, ma è importante far notare che nessuno di questi regni era all’epoca parte dell’impero ottomano che era la vera potenza musulmana).
Siamo sul finire degli anni 80 del secolo e e in pochissimo tempo la situazione è praticamente senza speranza.
Siamo ormai all’epilogo e tra il 1487 e il 1491 il regno di Granada diventa sempre più piccolo ed insignificante fin quando nell’aprile del 1491 inizia l’assedio vero e proprio alla città.
Assedio che si protrae per mesi, supportato dalla superiorità tecnologica dei cattolici nel campo dell’artiglieria e che termina il 2 gennaio 1492.
Il sultano cede la città ai re cattolici, non vi sono più regni musulmani nella penisola iberica l’Europa ad Occidente ha dei nuovi confini.
Il 1492 è un anno magico a modo suo, oltre alla caduta del regno di Granada viene ricordato ovviamente per la scoperta dell’America, ma non va dimenticato che in Italia muore Lorenzo il magnifico e termina un lungo periodo di pace nella penisola. con quest’anno la storiografia occidentale chiude quell’epoca che viene definita come medioevo.
E adesso parliamo del gioco…
Granada: Last Stand of the Moors della Compass Games riprende le meccaniche di Sekigahara, con unità a blocchi, i valori nascosti alla vista dell’avversario, e il combattimento sta giocando a carte della stessa fazione dei blocchi.
Aggiunge poi tante regole specifiche, in particolare la fase navale, alcune carte per simulare degli eventi storici, ed un mazzo asimmetrico.
Da un lato abbiamo un cattolico che deve spingere per vincere, dall’altro il musulmano deve soprattutto pensare a difendersi e gestire le sue unità a difendere la zona interna del regno.
Se il Cristiano riesce a fare un “buco” nel perimetro difensivo, diventa molto dura per il musulmano.
L’inizio del gioco è settato nel 1483, poco prima della cattura storica di Boabdil, anche nel gioco il Cristiano deve cercare di sconfiggere Boabdil nei primi turni in modo da poterlo arruolare per un anno intero a suo fianco. Mentre il musulmano, a seconda delle carte che ha in mano, può o cercare la Gloria sperando di fare meglio del Sultano storico, oppure ripiegare il prima possibile all’interno del perimetro fortificato del suo regno.
Come ho già detto il gioco è asimmetrico, e questo si riflette anche nei punti vittoria. Qualora non si riesca a conquistare Granada (come ho invece fatto io nella partita di oggi) o il musulmano non riesca ad uccidere i due re cattolici, che sono nelle condizioni per far finire immediatamente la partita; dopo l’ultimo turno si va al conteggio dei punti vittoria e per il musulmano il controllo del territorio ovvero castelli, Torri di guardia, i punti di rifornimento da più punti rispetto al Cristiano.
Tipo i castelli danno tre punti al musulmano e due al Cristiano.
Ovviamente vince chi fa più punti vittoria.
Un discorso a parte merita il comparto grafico, la scelta di immagini del periodo rende le carte semplicemente spettacolari alla vista.
I cubetti sagomati per le torri e i castelli sono veramente piacevoli da vedere e risolvono il problema di Sekigahara di cercarli sulla mappa, sotto le pedine.
La mappa è disegnata particolarmente bene e facilmente leggibile, è cartonata con uno spessore veramente importante ed una robustezza notevole.
il prezzo dovrebbe essere intorno agli 85 90 € che per questo tipo di gioco lo ritengo assolutamente accettabile, se devo trovare qualche difetto è che è leggermente più lungo del già citato Sekigahara ed avendo un giocatore che tendenzialmente attacca di uno che difende, dà il meglio giocando andata-ritorno per evitare che uno sia costretto a un solo un tipo di gioco.
A mio modestissimo parere assolutamente promosso.


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