di Annie Scissorhands /
Pochi giochi trattano del tema preistorico e protostorico in un modo il più vicino possibile a quella che è la realtà scientifica.
La stragrande maggioranza delle persone quando sentono la parola “Preistoria” pensano ai dinosauri o ai Neanderthal. Poi basta, sembra che non ci sia altro.
E invece c’è tanto. Tantissimo. Culture incredibili con una loro storia eccezionale.
Una di queste è la cultura delle Terramare tipica dell’età del bronzo e localizzata in Italia principalmente in pianura padana, una tipologia di insediamento antropico che rappresenta un modello di comunità di villaggio che nell’età del bronzo si determinò in buona parte dell’Europa!
Su questa base il tentativo di riprodurre in un gioco da tavolo questa complessa parentesi preisotrica è stato notevole, e gli autori di questo prodotto sono nomi noti al mondo ludico: Flaminia Brasini, Virginio Gigli, Stefano Luperto, Antonio Tinto.
Insomma, io sono un’archeologa preromanista e vivo in Emilia, l’idea di poter giocare con un gioco sulle Terramare è stato emozionante!
Per quanto le meccaniche del gioco non siano strettamente simulative, Terramara ha degli spunti interessanti e delle immagini davvero ben ricreate. È un gioco che necessita di una certa esperienza al tavolo per essere giocato, quindi non è consigliato a giocatori alle prime armi.
In Terramara dovremo essere bravi a raccogliere le risorse presenti, cercare attraverso alcune azioni specifiche a trasformare la materia prima in manufatti grazie ai quali otterremo vantaggi e punti vittoria di fine partita.
Inoltre dovremo tenere sotto controllo anche l’aspetto bellico del nostro clan, cercando di sviluppare le capacità militari, dovremo essere bravi ad espandere la nostra cultura percorrendo il fiume e approdando in zone che aumenteranno la nostra conoscenza! Tutto ciò contribuirà a vincere la partita.
La particolarità di questo gioco è la presenza di un tabellone componibile, per partite sempre diverse, in cui saranno posizionati i nostri lavoratori/pedoni che svolgeranno le azioni corrispondenti e una cosa veramente interessante è “investire” un proprio lavoratore in azioni future! Ovvero posizione il proprio meeple su azioni che si attiveranno nei turni successivi.
Con questo post voglio pubblicamente lanciare un invito a tutti i game designer qui presenti: cari Autori, spaziate! La storia è ricca di culture, di nomi, di luoghi che vanno oltre l’Egitto, il Romano o il Vichingo! Ci sono culture sviluppatissime anche dove non vi era ancora la scrittura! E sarebbe bellissimo poterne conoscere gli aspetti attraverso il gioco!
*Trova le differenze*
Nelle prime due immagini potete vedere una comparazione tra le carte del gioco Terramara e reperti reali.
Le tazze monoansate della prima immagine presentano qualche differenza. Principalmente cronologica. L’immagine di riferimento, quindi il reperto reale, è una tazza carenata monoansata datata tra il 660 e il 640 a.C. Ha un labbro estroflesso ad estremità assottigliata, una vasca troncoconica baccellata carenata e un’ansa a nastro impostata su orlo e carena, e una superficie lucida. Molti elementi sono simili (non uguali) a quelli della carta di Terramara. Siamo però in un contesto cronologico un po’ più antico all’interno di queste culture dell’età del bronzo.
Non ho trovato un confronto diretto con l’immagine del gioco all’interno dei manuali di archeologia di cui sono in possesso, difatti è possibile vedere le caratteristiche un po’ più comuni delle tazze monoansate (o tazze attingitoio) in una delle immagini di confronto qui postate.
Di contro, l’immagine con il pugnale risulta molto più accurata e verosimile, sembra avere le caratteristiche del quarto pugnale presente nella foto e proveniente dal Ripostiglio di Castione Marchesi.
I parallelismi e i confronti di materiali archeologici con le controparti stilizzate e artistiche presenti nei giochi da tavolo, sono uno dei miei hobby preferiti. E credo che svolgano anche una funzione analitica che va oltre il gioco, in quel luogo dove si può scovare lo studio per il dettaglio fatto nella realizzazione del gioco stesso, pur non avendo come fine ultimo la simulazione storica più comune.
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