di Paolo Bergamo /
L’armata senese, stremata, un tempo appoggiata dalla compagnia mercenaria di Walther Von Astimberg e dalle milizie di Santa Fiora comandate da Aldobrandino, vaga senza meta cercando di risollevare le sorti di un conflitto ormai perso cingendo d’assedio la piccola Roccaforte di Castiglione.
A sorpresa però la milizia di Colle cinge d’assedio Siena stessa ma la cosa peggiore è che Firenze, riesce a muovere un gran numero di uomini portandoli a pochi chilometri da Siena Stessa. L’assedio sembra inevitabile.
È tempo di una chiamata alle armi!
Arezzo giunge nei pressi di ciò che rimane di Montepulciano e rifiuta di continuare l’assedio della piccola roccaforte di Chianciano. Gli aretini ritornano nel luogo dove avvenne la terribile sconfitta per Siena, Astimberg e Santa Fiora.
La città è in rovina, facilmente aggirabile, niente ostacola gli Aretini verso Siena.
Ad Ovest, Agliano, in tutta fretta cerca di avvicinarsi il più in fretta possibile per dar manforte a Siena. Non c’è tempo per un assedio altrove!
Arezzo, tuttavia trova sul proprio cammino la fortezza di Asciano.
La tentazione di saccheggiare la fortezza è tanta, oro bestiame e cibo potranno servire per portare avanti l’assedio di Siena.
Siena tenta un disperato contrattacco prima dell’arrivo dell’armata Aretina che non vuole mancare all’appuntamento del grande assedio e smonta le tende e le macchine d’assedio lasciando Asciano incredibilmente indenne.
Alla battaglia fuori le porte di Siena, le cose vanno di male in peggio. L’intera armata comunale viene spazzata via da un coraggioso Guido Guerra che comanda la prima linea guelfa.
Lo stesso Guerra, guida l’assedio a Siena stessa. Agliano e Pisa non giungono in tempo in soccorso alla Città.
La guerra per Siena è persa e tutto è perduto. Salvate il vostro l’onore.
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